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CTH 489

Citatio: F. Fuscagni (ed.), hethiter.net/: CTH 489 (TX 02.03.2011, TRit 01.03.2011)



§ 4
20 Al mattin[o la donna] purifica la [pro]pria [bocca] nel modo seguente:
21 l'incantatore su/in un vaso grande di ar[gilla (cotta) … ],
22 però ḫarnai-9 getta dentro (al vaso);
23 anche (legno di) cedro, (legno di) oliv[o (e) (legno di) tamarisco] mette [dent]ro (al vaso).
24 (La donna)10 allora purifica la propria bocca.
25 Ma [come] egli (= l'incantatore) recita in hurrita,
26 questa è una tavoletta separata.
Per questa integrazione, a mio avviso preferibile a AZU proposta da Beckman 1983, 132 e accolta da CHD P, 114a e da Miller 2004, 518 n. 955, cfr. KUB 9.22 Ro. II 30 (CTH 477.A) in un contesto in parte analogo. Il termine a cui si riferisce il pronome, MUNUS appunto, risulta troppo distante (occorre infatti tornare indietro fino a Ro. 1) per essere lasciato sottinteso.
L'integrazione in Beckman 1983, 132 KA׊U-Š]U, accolta anche da CHD P, 114a e da Miller 2004, 518 n. 955, appare difficile in base alla collazione sulla foto, grazie alla quale risulta evidente come non sia possibile una lettura ŠU per l'ultimo segno, dal momento che oltre al cuneo verticale finale sono chiaramente visibili tracce di un cuneo orizzontale oppure obliquo, che non sono state riportate nell'autografia in ABoT 1.21. Sembra quindi più probabile che il segno debba essere letto -S]Ú.
Cfr. Miller 2004, 518 n. 955 che integra wa-a-tar alla fine di Ro. 10.
9
Su questo termine cfr. Klinger 2010, 185 n. 53 con bibl. precedente.
Analogamente al kolon 20 (cfr. a tal proposito quanto detto nella nota 3 alla traslitterazione) il soggetto della frase è in questo caso la partoriente (MUNUS), come sembra suggerire anche la presenza della particella riflessiva -za e non il AZU, per il quale invece optano Beckman 1983, 132 e Miller 2004, 518. Non può essere accolta invece la traduzione di Klinger 2010, 186 con n. 55 il quale ritiene che la frase non si riferisca alla donna ma al AZU e traduce: „Und er reinigt sich seinen Mund“. È chiaro però che qui ad essere purificata può essere solo la bocca della donna, da intendere forse come metafora per l'organo sessuale femminile (cfr. Cohen 2002, 67 con n. 291).

Editio ultima: Textus 02.03.2011; Traductionis 01.03.2011